Siccome gli impegni di studio non mi permettono di dedicare molto tempo al blog, giusto per tenervi compagnia nel periodo di magra, ho deciso di raccontarvi una storia.
L'ho sentita per la prima volta nel grandissimo film "Il mio nome è nessuno" con Terence Hill.
La morale c'è, ma ve la spiegherò solo alla fine.
Un piccolo uccellino se ne stava tranquillo nel suo nido nell'attesa che la mamma gli portasse la pappa. Ad un certo punto una folata di vento scuotè violentemente i rami dell'albero, e l'uccellino precipitò dal nido. Solo, e al freddo, l'uccellino cominciò a pigolare (pìo,pìo,pìo) più forte che poteva, in modo che la mamma, vedendolo, potesse riportarlo nel nido.
L'uccellino sapeva benissimo che in breve tempo, con quel freddo, sarebbe morto, ma per sua fortuna passava di lì per caso una grossa mucca. Il primo pensiero della mucca fu quello di scaldare quel piccolo uccellino, quindi si girò, alzò la coda e "plaf", una margherita bella e fumante. L'uccellino tirò fuori la testina e, sentendosi finalmente al calduccio, ricominciò a pigolare (pìpìo,pìpìo,pìpìo) come un matto dalla gioia.
Un vecchio coyote che gironzolava da quelle parti, sentito l'uccellino si avvicinò e, superato l'iniziale ribrezzo, delicatamente tirò fuori l'esserino dalla cacca. Fatto ciò lo ripulì per bene e "gnam", se lo mangiò in un sol boccone.
Vi avevo anticipato che la storiella aveva una morale. Per chi non l'ha capita e non ha visto il film, ve la dico io.
In sostanza si potrebbe riassumere in una semplice frase, che però conta molto nella vita.
Non tutti quelli che ti buttano della merda addosso lo fanno per farti del male, e non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda lo fanno per farti del bene, ma soprattutto, quando sei nella merda, stà zitto.
L'ho sentita per la prima volta nel grandissimo film "Il mio nome è nessuno" con Terence Hill.
La morale c'è, ma ve la spiegherò solo alla fine.
Un piccolo uccellino se ne stava tranquillo nel suo nido nell'attesa che la mamma gli portasse la pappa. Ad un certo punto una folata di vento scuotè violentemente i rami dell'albero, e l'uccellino precipitò dal nido. Solo, e al freddo, l'uccellino cominciò a pigolare (pìo,pìo,pìo) più forte che poteva, in modo che la mamma, vedendolo, potesse riportarlo nel nido.
L'uccellino sapeva benissimo che in breve tempo, con quel freddo, sarebbe morto, ma per sua fortuna passava di lì per caso una grossa mucca. Il primo pensiero della mucca fu quello di scaldare quel piccolo uccellino, quindi si girò, alzò la coda e "plaf", una margherita bella e fumante. L'uccellino tirò fuori la testina e, sentendosi finalmente al calduccio, ricominciò a pigolare (pìpìo,pìpìo,pìpìo) come un matto dalla gioia.
Un vecchio coyote che gironzolava da quelle parti, sentito l'uccellino si avvicinò e, superato l'iniziale ribrezzo, delicatamente tirò fuori l'esserino dalla cacca. Fatto ciò lo ripulì per bene e "gnam", se lo mangiò in un sol boccone.
Vi avevo anticipato che la storiella aveva una morale. Per chi non l'ha capita e non ha visto il film, ve la dico io.
In sostanza si potrebbe riassumere in una semplice frase, che però conta molto nella vita.
Non tutti quelli che ti buttano della merda addosso lo fanno per farti del male, e non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda lo fanno per farti del bene, ma soprattutto, quando sei nella merda, stà zitto.